La Basilica di San Paolo Maggiore è uno dei più importanti luoghi di culto a Napoli. Situata in Piazza San Gaetano, nel cuore del centro antico napoletano, è stata eretta sui resti del tempio romano dei Dioscuri di cui resta una parte della facciata principale, e nell’area dove si trovata il Foro di Neapolis. Se la prima costruzione dell’edificio risale all’VIII secolo, l’attuale basilica è frutto delle trasformazioni avvenute nel Cinquecento. A queste seguirono una serie di modifiche ed abbellimenti che si concentrarono soprattutto nel Seicento e nel Settecento grazie agli interventi di Massimo Stanzione, Domenico Antonio Vaccaro e Francesco Solimena, tre fra i più importanti artisti della storia della Napoli moderna.
La basilica spicca grazie ad un’ampia scalinata a doppia rampa che la pone su una sommità. Ai lati della facciata – in cui, come detto, si trovano incorporate due colonne corinzie con resti di architravi dell’originario Tempio romano – si possono notare due nicchie con le statue dei Santi Pietro e Paolo. L’interno è a croce latina a tre navate (le laterali furono aggiunte in un secondo momento), e presenta tutte le caratteristiche di un edificio barocco: splendidi sono i rivestimenti in marmi policromi e la pavimentazione a intarsi marmorei.
Le navate laterali sono costituite da quattro cappelle l'una; ad esse si alternano altre piccole cappelle contenenti cicli di affreschi, stucchi, sculture, storici presepi e lapidi in marmo. Tra le opere più pregevoli dal punto di vista artistico vi sono gli affreschi di Massimo Stanzione del 1644, restaurati nell’800 dal Cammarano, nella volta della navata centrale; quelli di Francesco Solimena, realizzati intorno al 1689, nella Sagrestia; e la scultura marmorea “Angelo custode” del Vaccaro posta nella cappella Flasconi (navata sinistra). Da non perdere anche i due chiostri – uno grande e l’altro piccolo. Quest’ultimo è il più bello: presenta colonne di granito che appartenevano alla preesistente basilica paleocristiana, e al centro un pozzo; secondo una leggenda, qui c’era l’acqua più fresca di Napoli e cittadini da ogni parte della città vi giungevano per dissetarsi.